Luglio e agosto non sono mesi di riposo, anche se il grande silenzio dell’estate potrebbe ingannare. Il sole è alto, la luce è impietosa, le giornate lunghe si susseguono con lentezza solo apparente.
La vigna in estate è un luogo ipnotico. Il frinire delle cicale, l’odore acre della terra calda, il vento che attraversa i filari come un respiro lungo. A prima vista sembra tutto fermo. Ma chi conosce davvero sa che in questo momento la vigna è un brulicare di vita, di attesa, di speranza.
Se c’è una dialettica che non ci è mai piaciuta è quella che vuole raccontare che tra gli struggenti panorami delle vigne il tempo scorre placido e la quiete regna. Sappiamo bene quanto il silenzio di queste colline immerse nel verde sia cosparso di sospiri, fatica, sudore, sorrisi e impegno.
Certo, Leopardi con la sua “la donzelletta vien dalla campagna” ci ha messo del suo per raccontare la vita contadina, e le scuole, nel farci imparare i versi a memoria, ma la realtà è un po’ diversa.
Tra queste colline, tra queste vigne, ogni giorno può fare la differenza tra un buon raccolto e un’annata persa, anche in piena estate, quando tutti sono in vacanza. Perché le viti al mare non ci vanno ed è sempre l’imprevedibilità degli eventi naturali a farne da padrona.
Ed è per questo che l’estate è un periodo che non si racconta: manca della spettacolarità della vendemmia, della sorpresa della germogliatura. Ma è il tempo delle sveglie prima che l’alba sorga, dell’attesa vigile, della cura silenziosa, della responsabilità e della pazienza.



Il silenzio della vite che matura
Le piante, dopo aver sprigionato tutta la loro energia in primavera, ora rallentano. È il momento dell’invaiatura: i grappoli di Barbera cambiano colore, passando dal verde al viola intenso.
È un segnale chiaro: l’uva inizia a concentrarsi, ad accumulare zuccheri, a prepararsi per il raccolto. Ma nulla è lasciato al caso e i nostri viticoltori osservano.
Al mattino si arriva in vigna con la preghiera che nessun animale sia entrato in vigna a fare festa, si controllano le foglie, i grappoli, si misura l’escursione termica tra giorno e notte. Si valuta l’umidità del suolo, si decide se intervenire con una sfogliatura per arieggiare i grappoli. Si lavora per mantenere l’equilibrio tra vegetazione e frutto.
Allo stesso tempo si proteggono i grappoli dagli uccelli e dalla grandine, si monitora la presenza di parassiti e malattie fungine che, seppur meno aggressive che in primavera, possono ancora compromettere parte del raccolto.Tutti sanno che non si può abbassare la guardia perché la vendemmia è vicina.
I viticoltori non fanno rumore, ma sono sempre presenti perché il grande nemico, in questi mesi, è il caldo. Le piante soffrono se non ricevono la giusta quantità d’acqua, ma anche un’irrigazione sbagliata, eccessiva, può compromettere tutto. Soffrono, ma tutto sommato forse meno dei viticoltori!



La giornata in vigna di Carmela, viticoltrice di Vinchio Vaglio
Mi sento immensamente grata perché ogni giorno vedo l’alba, cosa che non tutti hanno la fortuna di poter vedere, e ogni giorno vedo il tramonto. Al mattino mi bagno i piedi nella rugiada della notte che copre i filari, è fresco ed è il momento migliore per lavorare in questa stagione. Tiriamo su gli ultimi tralci che sono scesi, scopriamo bene l’uva e allarghiamo i grappoli in modo che possano prendere bene il sole senza essere ammassati tra di loro o coperti dalle foglie. Già dalla metà della mattina il caldo si fa opprimente e impone una pausa per le ore centrali, prima di tornare in vigna verso la metà del pomeriggio. La soddisfazione più grande è vedere tutti questi grappoli ormai formati, pronti per essere raccolti durante la vendemmia, sperando sempre che vada tutto bene.
