Barbera d’Asti, un nome sempre più protetto: dalla DOCG al marchio europeo

La Barbera d’Asti per noi è molto più di un vino: è il simbolo di un territorio, delle sue colline e della dedizione di generazioni di viticoltori. 

Dal 2008 porta con sé la DOCG – Denominazione di Origine Controllata e Garantita, il massimo riconoscimento della qualità italiana. Una sigla che tutti i consumatori hanno imparato a riconoscere e che rappresenta, in modo semplice, una certezza: ogni bottiglia di Barbera d’Asti nasce qui, in Piemonte, seguendo regole precise e rigorosi controlli.

La forza della DOCG

Essere DOCG significa rispettare un disciplinare severo

  • 100% uve Barbera di cui almeno il 90% devono essere prodotte nelle province di Asti e Alessandria
  • dev’essere sottoposto a un invecchiamento minimo di quattro mesi dopo il 1° novembre dell’anno di vendemmia
  • deve avere una gradazione alcolica minima del 12%;
  • caratteristiche che garantiscono autenticità e qualità. 

È un marchio di fiducia, che negli anni ha reso la Barbera d’Asti un vino riconosciuto e apprezzato non solo in Italia ma anche all’estero.

Un nuovo traguardo: il marchio europeo

Oggi, a questa tutela si aggiunge un altro passo importante: il termine “Barbera d’Asti” è stato registrato come marchio collettivo europeo presso l’EUIPO (l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale).

Cosa significa? Che da ora il nome Barbera d’Asti è ancora più protetto contro usi impropri o contraffazioni, e che la denominazione guadagna una nuova forza legale e commerciale. Un riconoscimento che non sostituisce la DOCG, ma la affianca, rendendo più solida la tutela del nostro vino. In nessun altro parte d’Italia o paese della UE si può produrre un vino e chiamarlo Barbera d’Asti.

Una garanzia in più per chi sceglie Barbera d’Asti nel mondo

Per noi di Vinchio Vaglio che da decenni lavoriamo al fianco di quasi 200 viticoltori soci, questo passaggio ha un valore profondo. Significa difendere il lavoro dei nostri produttori, ma anche guardare avanti.

I mercati ci dimostrano che la strada è quella giusta: in Europa i Paesi del Nord, come Danimarca e Svezia, scelgono sempre più Barbera d’Asti, mentre fuori dall’Unione Europea i consumatori di Stati Uniti, Regno Unito, Corea del Sud e Giappone stanno imparando ad apprezzarne il carattere. 

L’obiettivo per il futuro è portare questa protezione anche nei mercati extra-UE, a partire dalla Cina, dove la tutela del marchio è fondamentale contro il rischio di contraffazioni.

La DOCG rimane il cuore della nostra identità, lo “scudo” che certifica l’origine e la qualità. Il marchio europeo è invece una cintura di sicurezza aggiuntiva, che rende la Barbera d’Asti ancora più forte, più protetta e più pronta a farsi ambasciatore del Piemonte nel mondo.

Il parere di Tessa Donnadieu, export manager Vinchio Vaglio

“Sicuramente si tratta di un passo importante per proteggere la denominazione Barbera d’Asti e forse per farla diventare un marchio internazionale, come è successo per altre celebri denominazioni come Barolo e Barbaresco. In quei casi i marchi sono stati registrati più di 30 anni fa. Questa è una buona opportunità che può contribuire a far conoscere meglio il Barbera d’Asti e a renderlo una denominazione più riconoscibile. Abbiamo bisogno di una presenza più forte in tutti i mercati internazionali.”

“Naturalmente la registrazione del marchio in tutto il mondo dovrebbe essere il prossimo passo per la denominazione Barbera d’Asti. Da parte nostra, abbiamo registrato il marchio Vinchio Vaglio e alcuni dei nostri vini più importanti sia nell’Unione Europea che negli Stati Uniti, una delle nostre principali destinazioni di esportazione, oltre che in Cina, un’area delicata dove a volte si trovano vini contraffatti.”

Tessa Donnadieu, da un’intervista a The Drink Business 

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