La vendemmia 2019 è sicuramente da ricordare per la produzione ridotta, con un calo di circa il 15% rispetto all’anno precedente.
È stata caratterizzata da un clima molto altalenante durante l’anno, dall’anticipo del germogliamento legato all’andamento record caldo e asciutto dell’inverno alla super escursione termica nel mese di marzo, dal ritorno di freddo storico a maggio inoltrato alle punte estreme di temperature massime di fine giugno.
In particolare l’autunno è stato molto piovoso e ha fatto si che i terreni assorbissero una quantità di acqua importante. L’inverno invece è stato molto mite, anzi fin troppo caldo e questo ha portato un precoce germogliamento della vite dato che i terreni erano ricchi di acqua e sostanze minerali grazie alle piogge autunnali.
Successivamente una primavera molto calda soprattutto nei mesi di aprile e maggio è andata ad anticipare di circa 15 giorni la fioritura.
A inizio estate nei mesi di giugno e luglio sono stati registrati picchi altissimi di temperatura che ha, invece, rallentato il ciclo fisiologico della pianta.
Infine i mesi che, come sempre, fanno la differenza sono stati agosto e settembre, dove un agosto freddo ha rallentato la maturazione delle uve, mentre un settembre caldo ha permesso che la vite portasse a piena maturazione le uve.
Malgrado tutti questi mutamenti, l’annata si può definire ottima anche alla luce dei prodotti ottenuti, che spiccano in freschezza e profumi, dovuti proprio a un abbassamento delle temperature in agosto.
I vini dell’annata 2019 sono quindi caratterizzati da una grande bevibilità, sapidità e presentano una struttura molto importante.