Si dice che non ci sia nulla di più gratificante del far conoscere la propria città a persone che vengono da fuori. E forse è proprio così: alle volte occorre prendere le distanze per mettere veramente a fuoco ciò che abbiamo vicino.
Questa volta quindi appoggiamo i calici per volare in Europa, Asia e oltre oceano fino agli USA e all’Australia, ma lo facciamo solo per poter tornare ad assaggiare la Barbera con nuove papille gustative.
L’evoluzione qualitativa della Barbera
Pochi sanno che il vino autoctono piemontese per eccellenza era molto amato dalla corte ducale di Mantova, prima di essere relegato a comune vino da tavola: negli anni ’70 infatti era il classico vino da taglio, tanto da essere considerato una bevanda da casa e da osteria che i contadini reputavano tanto migliore quanto più “faceva la camicia”, cioè lasciava uno spesso residuo tannico sulla superficie interna della bottiglia.
Erano altri tempi, ma in controtendenza rispetto al mercato, la Cantina Vinchio Vaglio ha iniziato a selezionare i vigneti in base all’età e alla migliore esposizione e investire in metodi di vinificazione moderni che ne esaltassero il frutto e ne affinassero i tannini, dando origine a vini con corpo, eleganza e grande versatilità. Non a caso già nel 1989 durante l’asta della Barbera d’Asti il Vigne Vecchie Bricco Laudana fece registrare alla Barbera la più alta quotazione di tutti i tempi.
Negli ultimi anni, la percezione di questo vitigno e dei suoi vini è radicalmente cambiata, trovando spazio nelle carte dei vini di ristoranti prestigiosi di tutto il mondo. Un’evoluzione che è frutto di miglioramenti nella vinificazione e dell’attenzione alla selezione dei vigneti che portano oggi ad un vino elegante in grado di regalare grandi emozioni .
Con 10 Doc e 4 Docg la Barbera sta avendo una seconda giovinezza ed è tornata a godere della fama che si merita, anche a livello internazionale.

La Barbera prende il volo
All’estero il vitigno Barbera ha seguito la migrazione italiana, e soprattutto piemontese, in Australia, in Sud America e in California, dove fu portato nel diciannovesimo secolo, usando l’espediente di piantare i segmenti di tralcio nelle patate per farli arrivare relativamente freschi e in condizione di essere ripiantati al termine del lunghissimo viaggio in piroscafo.
I dati recenti indicano un trend positivo nelle esportazioni di Barbera, specialmente in mercati come gli Stati Uniti, la Germania e il Giappone. Secondo i dati del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, l’export è cresciuto del 15% negli ultimi cinque anni, con un’impennata anche nei mercati asiatici.
Oggi le nostre Barbera sono regolarmente elogiate da critici internazionali che spesso mettono in luce la qualità e la versatilità di questo vitigno. Ne sono un esempio i premi di Decanter, Merum, Wine Enthusiast, James Suckling e i tanti altri che ogni anno riceviamo e che puoi consultare nella pagina dedicata ai premi e alle guide.

The ultimate food wine
All’estero la Barbera si è guadagnata un posto di rilievo grazie al crescente interesse per i vini accessibili ma di qualità. Tutti i migliori sommelier statunitensi infatti concordano sul fatto che la grande freschezza e versatilità rendono la Barbera d’Asti un abbinamento perfetto per i piatti della tradizione culinaria a stelle e strisce, tanto da darle il soprannome di “the ultimate food wine”.
Un filo “rosso barbera” di profonda amicizia che ben si racconta attraverso le parole di alcuni dei più importanti sommelier e wine critic americani, partendo da Heath Porter, tra i sommelier più conosciuti e amati in tutti gli USA il quale ha affermato che “La Barbera d’Asti è ottima con tutto ciò che puoi trovare sulla tavola, compresa la tovaglia!”, mentre Steve Wildy, uno dei più importanti buyer di vino italiano negli Stati Uniti e uno dei sommelier più ammirati non ha avuto dubbi nel dire “per me la Barbera d’Asti è come un vestito che non sapevi di avere nell’armadio ma che, una volta scoperto, non ti toglieresti più di dosso”.
Ma anche Derrick Westbrook, astro emergente del wine business americano, ha recentemente affermato: “mi piace la sua capacità di fondere grandi doti giovanili con una indiscussa capacità di invecchiamento. La Barbera d’Asti è inoltre un esempio che cito spesso quando voglio parlare del rapporto tra vitigni e territori”.



Uno sguardo al Barbera d’Asti Wine Festival
Oltre alla ricerca scientifica, effettuata con la collaborazione dell’Università di Torino, il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato ha un enorme impatto sul piano promozionale incentrando il proprio impegno sull’esportazione del brand Barbera d’Asti nei principali mercati di acquisizione e nell’organizzazione di eventi a livello locale, nazionale e internazionale.
Tra i tantissimi appuntamenti annuali, abbiamo recentemente partecipato al Barbera Wine Festival con un programma ricchissimo tra incontri tematici, degustazioni, wine talk e tantissimi ospiti del mondo del vino, del cinema e dell’arte. “Una manifestazione capace di proiettare ulteriormente il nostro territorio e il vitigno Barbera sul palcoscenico internazionale” afferma Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio.
Un festival dove tutto è stato studiato nei minimi dettagli: dal logo, all’edizione limitata del gelato alla Barbera d’Asti DOCG, passando per la musica e le installazioni che hanno preso possesso delle vie di Asti.
La Barbera è stata la vera protagonista anche attraverso le preziose testimonianze degli esperti di tutto il mondo, tanto che Veronika Crecelius, giornalista specializzata nel vino italiano e collaboratrice di punta di Weinwirtschaft, ha parlato della Barbera come di “ un grande amico a tavola, con una certa rusticità e una grande convivialità” e Jeff Porter, collaboratore di Wine Enthusiast e uno dei critici più influenti del mondo, non ha avuto dubbi nel definire la Barbera come “il vino più versatile e più flessibile negli accostamenti con il cibo. È il vitigno che ha fatto più yoga di tutti gli altri vitigni in quanto consente di muoversi più liberamente”.




Il parere di Tessa Donnadieu, export manager di Vinchio Vaglio
“La Barbera d’Asti è senza dubbio la denominazione che meglio identifica il vitigno Barbera per le sue particolari caratteristiche quali la generosità, l’acidità, il frutto e il colore, riuscendo sempre a trasmettere il territorio da cui proviene, la sua tradizione e la sua cultura enologica.
Oggi, anche grazie ai miei numerosi viaggi in giro per il mondo per conto di Vinchio Vaglio, la Barbera sta finalmente rivelando la sua anima più autentica e, allo stesso tempo, quella più ricercata dalla maggior parte dei bevitori di vino: la freschezza, la vitalità, la facilità di beva e la morbidezza dei tannini posizionandosi sempre con un buon rapporto qualità/prezzo. Infatti il nostro progetto Vigne Vecchie ha trovato i suoi sostenitori, esperti e non, che ne apprezzano la struttura moderata e la profondità espressiva del frutto ottenuto da queste viti di oltre 50 anni.
Ma già da tempo la Barbera d’Asti di Vinchio Vaglio aveva dimostrato con successo la sua capacità di produrre grandi vini, potenti e longevi come i nostri Vigne Vecchie, Laudana e Insynthesis. Il profilo organolettico è cambiato notevolmente e questo vino è passato da “vino da tavola” a “vino per la tavola”. Secondo la mia esperienza, è proprio questa versatilità il motivo per cui la Barbera d’Asti mette d’accordo tutti a tavola ed è sempre la scelta giusta. Si abbina a una grande varietà di piatti, anche i più improbabili, tipo certi pesci come il merluzzo, che ha un sapore molto marcato.
La Barbera sorprende fin dal primo sorso per la sua freschezza, croccantezza e golosità legate al frutto immediato, ma mai banale. È un vino moderno che può piacere ai giovani eno-appassionati di oggi, restii ad affrontare vini più complessi ed elitari.
Mi spingerei quasi a dire che la Barbera potrebbe diventare il nuovo Sangiovese, per la sua versatilità e la sua capacità di produrre vini che possono essere degustati freschi e giovani, ma anche vini di grande struttura e potenziale di invecchiamento, vini che possono soddisfare le aspettative di una vasta gamma di consumatori”.
ho letto con piacere la vostra mail
perchè io conosco la vostra cantina so anche che la posizione dei vigneti
sono ben esposti al sole, l’articolo è molto ben fatto
Buon lavoro mariella vaglio giors