cantina cooperativa Vinchio Vaglio

Cantina Cooperativa: quando il vino è unione

Si dice spesso che il vino sia sinonimo di convivialità, ma solo nelle Cantine Cooperative questo detto prende davvero vita.

In Italia oltre un bicchiere di vino su due è prodotto dalle cantine cooperative. Secondo Vivite infatti i numeri parlano chiaro: 480 cantine, 140.000 viticoltori riuniti, 9.000 dipendenti per una produzione che tocca il 58% del vino italiano. Numeri che raccontano una storia di tradizione, socialità e amore per la propria terra.

Le regole della Cooperativa Vinchio Vaglio sono semplici: centralità del socio, attenzione al territorio, ricerca della qualità, studio delle innovazioni e crescita collettiva. Sono questi gli ingredienti che ci permettono di fare grandi vini, senza trascurare le nostre radici.

La cooperativa di Vinchio Vaglio: una grande famiglia

La Cantina Cooperativa Vinchio Vaglio è stata costituita il 26 febbraio 1959 da 19 viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra, due comuni in storica rivalità che decisero di unire le forze proprio per dare vita alla Cooperativa. La Cantina fu costruita infatti proprio al confine tra i due comuni affinché tutti si sentissero rappresentati e furono proprio i primi soci che presero parte anche ai lavori di costruzione della cantina per poter lavorare le prime uve già nello stesso anno.

Oggi sono 197 i soci, conduttori di circa 470 ettari di vigneti, ma lo spirito è rimasto lo stesso.

Sono coltivatori grandi, medi, piccoli e anche piccolissimi quelli che forniscono la totalità delle uve di Vinchio Vaglio. Ma soprattutto sono persone, famiglie, generazioni che hanno deciso di unire le proprie forze per abbracciare un progetto più grande che coinvolge un intero territorio oggi Patrimonio UNESCO.

Le basi della Cooperativa

La cooperativa nasce per un’esigenza evidente: la necessità di bilanciare lo squilibrio socio-economico tra viticoltori e compratori. È evidente infatti come un piccolo coltivatore (la media di ettari di proprietà di vigneto per viticoltore è di circa 2) non avrebbe il capitale né la possibilità per fare un buon vino e venderlo, e la veloce deperibilità del frutto renderebbe il viticoltore facilmente passibile di abusi di mercato.

Ecco la vera rivoluzione: trasformando l’individualismo in socialità è possibile continuare a lavorare bene e vivere in simbiosi con la terra. Solo unendo le forze si possono compiere grandi azioni.

In assemblea il voto espresso da ciascun socio non è in relazione alla dimensione della terra, ma vige il principio “una testa un voto”.

So cosa stai pensando: se ti sembra complicato mettere d’accordo la tua famiglia per decidere in quale ristorante andare a cena, chissà cosa significa accordare 197 teste! Eppure è proprio durante l’assemblea dei soci che vengono prese le decisioni strategiche più importanti.

E sai perché funziona? Perché si tratta certamente di una sfida, ma rappresenta soprattutto un obiettivo: la gestione democratica di un modello economico che può davvero essere d’esempio per la società.

In quest’ottica, in Vinchio Vaglio è facile prendere decisioni rapide, al passo con i tempi del mercato e rispettose al contempo della necessità di mantenere vive le tradizioni, anche grazie alle figure di Presidente e Vice Presidente che riescono a coordinare le necessità di tutti i soci.

La Cantina Cooperativa è una realtà che guarda al futuro

Vinchio Vaglio è una realtà che non termina con l’anzianità dei soci fondatori, ma guarda al futuro con tantissimi soci giovani che credono la Cooperativa sia un modello di lavoro per l’eccellenza vitivinicola di domani.

Certo, nel passato la maggior parte delle Barbera in commercio erano vini disarmonici votati ad una politica della quantità, più che di qualità. Vinchio Vaglio, quasi 60 anni fa, ha avuto la lungimiranza di invertire questa tendenza grazie al lavoro coordinato di enologi, viticoltori e tecnici, per creare vini di assoluto pregio.

Nella grande famiglia di Vinchio Vaglio infatti ogni socio è il primo interessato a fare uve di qualità e, potendo dedicarsi solo alla fase di coltivazione, può veramente concentrare tutte le sue energie nelle speciali cure richieste dalle vigne, anche grazie all’assistenza costante della Cantina.

Un circolo virtuoso che porta il viticoltore a crescere professionalmente grazie alla Cooperativa e che, al contempo, porta questa a crescere qualitativamente grazie al singolo socio.

Un pilastro non solo economico, ma anche sociale e culturale.

“La vera rivoluzione è stata quella del ritorno in vigna con servizi di assistenza tecnico-agronomica per consigliare cosa piantare e come, e soprattutto indicare le linee di difesa con un occhio di riguardo all’ambiente, consapevoli che la qualità si fa nella vigna: tecnica e tecnologia la preservano e la trasmettono al vino.

Lorenzo Giordano – presidente Vinchio Vaglio  

È anche grazie a questa assistenza che i nostri vini ricevono continuamente prestigiosi premi dalla critica nazionale e internazionale.

Raccontare i valori della cooperazione e la storia della Cantina Cooperativa di Vinchio Vaglio significa per noi raccontare l’amore per la nostra terra, la condivisione delle idee, la passione e il duro lavoro che si nasconde dietro ad ognuna delle nostre bottiglie.

Le parole di Maurizio Gily e Daniele Cernilli sulle Cooperative Vitivinicole

Ma non finisce in vigna. Come spiega benissimo Maurizio Gily, dottore agronomo, giornalista e fondatore di Millevigne, con queste parole: “Oggi nelle cantine più avanzate non valutano solo il grado zuccherino, ma ci sono stazioni di misura in grado di “radiografare” le uve per valutare in modo approfondito il potenziale qualitativo, misurando cinque, sei o più parametri in tempi rapidi, e molte linee di lavorazione differenti alle quali destinare le diverse partite”.

Riportiamo anche le parole di Daniele Cernili, giornalista, enogastronomico e curatore di Doctorwine, che analizza le cooperative vitivinicole da un altro importante punto di vista: “Se non ci fossero le cooperative perderemmo il paesaggio e la gestione di interi territori. Pensiamo ai canaletti e ai muretti a secco che i produttori hanno costruito nei loro appezzamenti, le strade bianche rifatte a proprie spese. Il mondo agricolo e vitivinicolo è fatto dall’eroismo quotidiano di questi piccoli produttori, veri custodi del territorio[…] Venti anni fa non esisteva la coscienza delle cantine cooperative che erano una sorta di banca del vino degli imbottigliatori, molte producevano prevalentemente vino sfuso. Oggi non è più così e i vini prodotti dalla cooperazione sono grandi vini, un’eccellenza autentica”.

4 commenti

  1. Vi conosco, in passato sono stato vostro cliente, vi acquisto ancora quando trovo vostri cartoni in qualche negozio, per comodità mi servono dalla cantina di Castelnuovo.

  2. la lungimiranza è il punto cruciale e le decisioni prese tanti anni fa stanno evidentemente pagando positivamente la Vostra cantina con risultati eccellenti. complimenti!!!

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