Nell’ambito dell’Anno internazionale della “Frutta e della Verdura”2021 indetto dalla FAO per promuovere un’ampia sensibilizzazione sullo straordinario patrimonio genetico e sui paesaggi a livello mondiale ricchi in biodiversità il Comune di Vinchio, la Cantina Vinchio-Vaglio Serra, l’Associazione culturale Davide Lajolo, in collaborazione con il Club per l’UNESCO di Asti e il Club per l’UNESCO di Canelli, organizzano un incontro alle ore 16.30 nella sede della Cantina di Vinchio Vaglio, su due prodotti tradizionali (registro PAT del Ministero dell’Agricoltura) l’asparago saraceno e le vigne vecchie. L’evento sarà illustrato dal prof. Marco Devecchi dell’Università di Torino e Club per l’UNESCO di Asti e il Club per l’UNESCO Canelli, e dall’assessore all’agricoltura, cibo, caccia e pesca della Regione Piemonte Marco Protopapa nell’ottica della valorizzazione della biodiversità del territorio astigiano. Interverranno il presidente della Cantina Lorenzo Giordano e Domenico Bussi per l’Associazione culturale Davide Lajolo. Seguono le letture dello studente Giulio Ghignone.
In cantina sarà esposta la mostra di Fabien Vigna e Luciano Ghione “Il palpito della terra” a cura dell’Associazione Davide Lajolo e presso la barricaia saranno proiettati i video “Il bosco incantato” a cura del C.I.S.A e “Grazie alla terra” di Kitty Fasolis, Laurana Lajolo e Beppe Rovera.
Alle ore 19:00 è prevista l’inaugurazione ufficiale dell’installazione “I Tre Vescovi” di Giancarlo Ferraris che esporrà anche alcuni dei suoi quadri lungo il Sentiero dei Nidi di Vinchio Vaglio, il percorso che congiunge il parco della cantina alla zona più panoramica della Val Sarmassa. Per allietare l’inaugurazione sarà possibile fare un aperitivo con i vini della cantina.
Per informazioni sull’inaugurazione è possibile scrivere a welcome@vinchio.com
La serata proseguirà alle ore 20:30 al Bricco di Monte del Mare – Bosco incantato, (Vinchio, via Cortiglione) da cui parte la passeggiata notturna “Con la luna e le lucciole nei boschi dei Saraceni” in collaborazione con il Parco paleontologico astigiano lungo uno degli itinerari letterari di Davide Lajolo nella Riserva naturale della Val Sarmassa fino all’affioramento fossilifero nella Valle della Morte, dove un tempo si estendeva il mare preistorico. Al ritorno, intorno alle ore 23, brindisi con i vini della Cantina e spuntino preparato della Proloco di Vinchio.
L’asparago saraceno, coltivato nel terreno sabbioso dell’era del Pliocene Astiano, è una primizia molto apprezzata dai consumatori. Il marchio è stato depositato presso la Camera di Commercio di Asti negli anni ’70 del ‘900 da Rosetta Lajolo Presidente della Proloco di Vinchio, ricavando la denominazione dalla presenza dei Saraceni. La leggenda narra che Aleramo nel 935 sconfisse i Saraceni nella valle più profonda di Vinchio, che da allora si chiamò Valle della morte, dove furono rinvenuti resti umani. Nel punto più profondo della valle, dove una volta si estendeva il mare, si trova un affioramento fossilifero del Periodo del Pliocene, oggi stazione didattica del Parco paleontologico astigiano. La Proloco ha organizzato negli anni la “Sagra dell’Asparago Saraceno” alla prima domenica di maggio con pranzo e vendita diretta del prodotto. Il Comune di Vinchio unito a questo evento la Rievocazione storica della Battaglia di Aleramo contro i Saraceni nel 935 d.C. che tradizionalmente si teneva la sera prima.
“Vigne Vecchie” è un progetto nato nel 1986, realizzato dai soci di Vinchio e Vaglio sotto la supervisione dell’enologo Giuliano Noè per rilanciare la Barbera in un momento in cui si puntava più alla quantità che alla qualità.
La filosofia del progetto poggiava su alcuni punti fermi:
- Mantenere i vigneti storici che avevano rese inferiori ma di migliore qualità
- Dare un reddito ai soci che sposavano questa filosofia
- Produrre un vino di qualità
Oggi si è aggiunto un nuovo obiettivo: tutelare il Paesaggio, la Tradizione e la cultura di coltivare la vigna.
Il progetto ha avuto successo e nel tempo è stato sviluppato per ottenere un prodotto sempre migliore, ma ancor oggi la base è la cura in tutte le fasi dalla germogliazione alla maturazione dell’uva, vendemmiata in cassette e vinificata come vino d’eccellenza DOCG chiamato appunto “Vigne Vecchie”.
La frase dello scrittore e uomo politico vinchiese Davide Lajolo “Vinchio è il mio nido” ha ispirato la cantina nella creazione di un percorso naturalistico nel territorio di Vaglio Serra, che parte dal cortile della Cantina per poi congiungersi con i Percorsi già presenti nella Val Sarmassa fino alla Big Bench di Vinchio: un’unione di territori e vocazioni diverse che hanno un fine comune, la tutela e la conservazione del patrimonio naturalistico che circonda i nostri vigneti.
Vinchio Vaglio ha infatti acquistato una porzione di bosco attiguo alla cantina e confinante con la Riserva Naturale della Val Sarmassa; ha ripristinato l’antico sentiero inserendo tavoli, fontane e gli originalissimi “nidi”, strutture in salice intrecciato a mano, che proteggono i tavoli da picnic dal troppo sole e dal vento mantenendo, però, le giuste aperture che consentono di godere dello splendido paesaggio circostante in un’atmosfera familiare e raccolta.
Nati da un’idea del nostro Presidente Lorenzo Giordano, subito trasformata in uno schizzo programmatico su un tovagliolo di carta dall’architetto Andrea Cappellino durante un lungo assaggio, di Barbera ovviamente, i “nidi” sono diventati un progetto concreto fruibile dai visitatori della Cantina.
Essi rappresentano la nostra volontà di proteggere il territorio e le tradizioni, mantenendo lo sguardo rivolto al futuro: sono il simbolo dell’accoglienza familiare che l’azienda da sempre riserva ai suoi clienti.
Dal 2000 l’Associazione culturale Davide Lajolo e il Comune di Vinchio in collaborazione con il Parco Paleontologico astigiano, organizzano il primo sabato di luglio la passeggiata notturna nei boschi dei Saraceni – Riserva naturale della Val Sarmassa “Con la luna e le lucciole nel Bosco dei Saraceni”, sulle tracce di uno degli Itinerari letterari di Davide Lajolo. Lo scrittore ha definito la Valle “il mio mare verde”.
La Riserva naturale speciale della Val Sarmassa, istituita dalla Regione Piemonte nel 1993, si estende su una superficie di 230 ettari tra i comuni di Vinchio, Vaglio Serra e Incisa Scapaccino. Dal punto di vista geologico fa parte del Bacino Terziario Ligure-Piemontese con terreni che appartengono alle Argille di Lugagnano del Pliocene Inferiore (depositi marini profondi con presenze paleontologiche di molluschi, vegetali, coralli e granchi) ed alle Sabbie di Asti del Pliocene Medio (deposito formato dal fondale marino con una ricca presenza di fossili dalle conchiglie alle balenottere). Il nome probabilmente deriva dai Sarmati, popolo proveniente dalle regioni del Mar d’Azov, che vinti da Costantino nel IV sec. d.C. vennero condotti a popolare le colonie periferiche dell’Impero romano.
La Riserva comprende colline e valli con vigne della pregiata uva barbera e boschi di robinie, castagni, querce, di cui un esemplare secolare detto La Ru (quercia), monumento naturale della Riserva. Il sottobosco è popolato da biancospini, rose canine, caprifogli, prugnoli selvatici e da fiori come le primule, gli anemoni, i mughetti, i fiordalisi, le viole e persino le orchidee purpuree. Nei boschi vivono donnole, tassi, scoiattoli, moscardini, lepri, volpi, ricci, cinghiali e ora anche i caprioli. Nello stagno incontaminato Lago Blu si sviluppano piccoli anfibi. La Riserva è l’habitat ideale di molti uccelli picchi verdi e rossi, di upupe, cinciallegre, ghiandaie, gazze e gruccioni, i rapaci poiane, gheppi, allocchi. Nella Riserva ci sono itinerari percorribili a piedi, a cavallo e in bici.