L’enciclopedia Treccani definisce la merenda sinoira come “un pasto pomeridiano che, per l’abbondanza dei cibi e la lunga durata, può sostituire la cena”. Un piatto freddo che si consuma nel pomeriggio, tendenzialmente intorno alle 16.00 o alle 17.00 e si prolunga fino all’ora di cena.
Un antesignano dell’aperitivo o dell’apericena? Non proprio, la merenda sinoira è un retaggio della nostra tradizione che racconta tanto del nostro Monferrato.
Le origini della merenda sinoira
Se “merenda” deriva dal latino “merere”, ossia guadagnare, “sinoira” deriva dall’espressione “sin-a”, che in dialetto piemontese significa cena. L’unione delle due parole evoca quindi un pasto meritato che ti permette di arrivare a cena.
L’origine risale alla tradizione contadina di metà Ottocento quando gli agricoltori e i viticoltori portavano nei campi e tra le vigne un tovagliolo con del pane, del formaggio, un salume e un bicchiere di vino rosso per spezzare la lunga giornata di lavoro e prendersi una pausa rinvigorente.
Tradizionalmente questo pasto si consumava nelle giornate più lunghe, da metà marzo alla fine di settembre (che nel calendario cattolico che scandiva l’anno corrispondeva al periodo che va dalla festa di San Giuseppe a quella di San Michele), proprio per raccogliere le forze necessarie per affrontare le giornate che iniziavano ben prima dell’alba e finivano a ridosso della cena.
La merenda sinoira veniva servita tra le vigne o nelle aie, al termine dei lavori che vedevano coinvolte intere comunità. Un tempo infatti per l’esecuzione di lavori importanti, come il ripristino di strade o canali, per la trebbiatura o per la vendemmia si chiamava a raccolta amici, parenti e vicini per aiutare nei lavori e si ringraziava della disponibilità con una festa informale che prevedeva sempre formaggio, pane, salumi, ma anche verdure sott’aceto e sott’olio e frutta di stagione.
Il vino? Rigorosamente la Barbera, il vino di tutti.
La merenda sinoira oggi
Il vino era quello che veniva vendemmiato tra le vigne del vicino, il pane era quello fatto in casa, i formaggi erano quelli del malgaro che aveva i pascoli nella collina accanto e le verdure erano quelle degli orti estivi che venivano conservate sott’olio e sott’aceto.
Ora si parla di biologico, di km zero, di prodotti del territorio e fortunatamente negli ultimi anni, l’offerta si è arricchita, dando un valore aggiunto a prodotti che una volta erano dati per scontati. Perché questi cibi raccontano le fatiche delle nostre colline, i sapori del sole estivo, gli odori della terra umida del mattino e gli umori delle persone che qui seguono ancora il ritmo delle stagioni.
Per questo non ci piace chiamarlo “aperitivo” o “apericena”: la merenda sinoira è la nostra tradizione, la merenda sinoira siamo noi.
L’abbinamento perfetto
Niente stuzzichini troppo elaborati, finger food o patatine industriali, ma zucchine grigliate messe in carpione (se non sai che cosa sono, ti stai perdendo uno dei piaceri più grandi della vita), giardiniera alla piemontese, acciughe sott’olio servite con burro di montagna, tome servite con miele e marmellata di cipolle o cugnà mostarda piemontese fatta con il mosto d’uva, insalata russa, fiori di zucca e frittata con erbe di campo.
La merenda sinoira si lega ai prodotti del territorio e per questo ti consigliamo di scegliere prodotti tipici, magari acquistando dai piccoli produttori locali.
Cosa si beve? Rigorosamente un bicchiere (o due) di Barbera, vietato lo Spritz!
Ti consigliamo una Barbera fresca preferibilmente senza legno, come la nostra Le Tane Piemonte DOC Barbera, La Leggenda Barbera d’Asti DOCG o una Barbera frizzante come La Briccona Barbera DOC o Rive Rosse Barbera DOC.
E allora prendi una pergola di una cascina in Monferrato, un tavolo posto all’ombra di un ulivo in collina o una taverna per giornate di pioggia e vai a caccia di abbinamenti.
Un’idea per una merenda sinoira davvero singolare? Vieni a farla sotto ad uno dei nidi di Vinchio Vaglio, potrai acquistare la Barbera direttamente da noi e godere dello spettacolo delle vigne del Monferrato e della Val Sarmassa!
Bellissima spiegazione l’ho letta con molto piacere non solo mi ha fatto tornare fanciullo e riportare alla mente quei momenti felici e spensierati trascorsi dai nonni quando dopo la mietitura o la vendemmia nell’aia era tutto un festeggiare tra vicini, amici, personale addetto alla moto trebbiatrice, oppure quando si pigiama l’uva con i piedi nelle gradi tinozze. Grazie per tutti questi bei ricordi.
Leggere mi fa tornare indietro di diversi anni quando iniziammo a trascorrere lunghi periodi fra la Provincia Granda, le Langhe e tutte le spettacolari Valli alpine che guardano alla Francia. Ho avuto spesso l’occasione di partecipare a questo rito della merenda sinora in cascine private e ne porto ricordi unici.
Bei consigli!!Gia il vostro nome e’una sicurezza
Ottimi consigli!!Gia la vostra azienda e’ una sucurezza
Bella spiegazione, resta il rammarico di non poter venire a trovarvi, ma solo per ora, rimandiamo a ottobre. Buon lavoro a voi
Spiegazione perfetta
Bellissimo ricordo di quando ero bambina
I vini Vinchio Vaglio li ho conosciuti anni fa tramite un mio collega e devo dire che essendone rimasto soddisfatto sin da subito non li ho mai abbandonati
Bella tutta la spiegazione sulla merenda sinora 👏👏👏