Vitigni autoctoni piemontesi

Vitigni autoctoni piemontesi: intrecci di vini, viti e vite

Il Monferrato è rinomato in tutto il mondo per i suoi vini prelibati e, parte prioritaria di questa meritata nomea, è frutto proprio dei vitigni autoctoni. 

Sono uve che raccontano una bellezza senza tempo che viene protetta dalle mani esperte dei viticoltori, dalle nebbie fitte dell’autunno e dall’ombra dei filari pendenti.

Sono vini con personalità forte che esprimono il valore intrinseco del territorio. Sarà per questo che ad ogni sorso di questi vini sentiamo di intrecciare sempre di più la nostra vita con queste viti e forse è la stessa sensazione che proverai tu. 

Nebbiolo: il nobile

Il più nobile degli autoctoni piemontesi per i vini che traggono origine dalla sua uva, ma anche per la sua ecletticità. Non a caso il suo nome sembrerebbe derivare da “nebbia”, per il fatto che i suoi acini risultano ricoperti da abbondante pruina o per la sua tardiva maturazione che spinge la vendemmia al sorgere delle prime nebbie d’autunno.

Il vino è caratterizzato da un profumo fruttato e gradevolmente speziato e, con l’invecchiamento è capace di sviluppare una straordinaria eleganza e profondità.

Settefiglie Langhe D.O.C. Nebbiolo è un vino elegante e armonioso che risulta asciutto, caldo, pieno e di buona struttura.

Barbera: il nostro amore

Tutti abbiamo un grande amore che non si scorda mai: il nostro è la Barbera (rigorosamente al femminile). Il vitigno non ha bisogno di presentazioni ed ha un’origine antichissima.

Il vino è caratterizzato da un rinomato equilibrio tra la freschezza dei frutti rossi e la buona struttura, il che lo rende perfetto sia per il consumo giovane che a seguito di un periodo di invecchiamento.

Una, cento, mille Barbera. Questo è il variegato mondo di questo vitigno capace di dare origine a vini freschi, fruttati, ma anche a prodotti di eccellenza con una grande struttura e gusto armonico. Hai già degustato La leggenda, Barbera d’Asti D.O.C.G.?

Arneis: il bianco tra i rossi

Un vino bianco di qualità in una terra di vini rossi? È il frutto dell’Arneis, un vitigno piemontese che era quasi scomparso negli anni ’60 a seguito dello spopolamento delle campagne, prima di essere prontamente recuperato e riscoperto. Il suo nome deriva dal dialetto “ribelle” e le prime informazioni risalgono già al XV secolo.

Il vino è caratterizzato da note floreali e aromi delicati che contrastano piacevolmente con un corpo pieno e le altre note più fruttate, tipicamente di pera e albicocca, e arrotondate da una leggera nota di nocciola.

Frusté Roero Arneis D.O.C.G. è un vino secco e delicatamente acidulo al palato con una gradevole persistenza di retrogusto amarognolo.

Grignolino: l’estivo

Vitigno autoctono per eccellenza, il nome Grignolino trae probabilmente origine dal termine dialettale “gnignòle”, ossia vinaccioli, essendone gli acini di questa varietà particolarmente ricchi. La buccia sottile dei suoi acini non contiene molto pigmento ed il vino lascia passare la luce sia nel colore che nel corpo, rendendolo ideale da bere anche fresco durante l’estate pur trattandosi di un vino rosso. Si tratta infatti di uno dei vini più freschi e di facile beva della zona.

Il vino è caratterizzato da un colore leggero e da un buon corpo. Le Nocche Piemonte D.O.C. Grignolino è un vino dal profumo delicato e un gusto fruttato con leggere note floreali. Le Nocche richiama il nome di una frazione di Vinchio.

Ruché: il misterioso

Origini antichissime per questo vitigno autoctono del Monferrato. Il nome ha un’etimologia incerta: secondo alcuni deriverebbe dalla Confraternita dei frati di San Rocco, mentre per altri deriverebbe dalla naturale predisposizione del vitigno alle rocche più scoscese e assolate. Una storia che lo avvolge di mistero anche oggi, tanto che anche la pronuncia del suo nome cambia a seconda della provenienza del suo estimatore. Un vero e proprio rebus… come recita la nostra etichetta.

Rebus Ruchè di Castagnole Monferrato D.O.C.G. è un vino ricco di profumi intensi di fiori freschi e frutti di bosco e una sorprendente aromaticità.

Albarossa: il pepato

Ottenuto nel 1938 da Giovanni Dalmasso, uno dei padri dell’ampelografia in Italia, incrociando Nebbiolo di Dronero (Chatus) e Barbera nell’intento di unire le diverse caratteristiche dei due vitigni.  

Il vino è caratterizzato da una grande intensità e complessità e dalle spiccate note fruttate e speziate (di pepe nero).

La Furnera Piemonte D.O.C. Albarossa è un vino dal bouquet intenso e complesso, di gusto caldo, ben strutturato ed armonico con un’elevata pienezza gustativa. 

Freisa: l’antico

Vitigno autoctono a bacca nera con una storia antichissima: le prime testimonianze risalgono al Cinquecento quando un vino molto pregiato dal nome Fresearum venne inserito in alcuni tariffari della dogana piemontese.

Il vino è caratterizzato da una buona concentrazione tannica e dai profumi fruttati e nella nostra area del Monferrato assume caratteristiche particolari. Se da giovane è un vino fresco, dotato di vivacità e brillantezza, con il tempo assume toni più maturi con sentori di frutti in confettura.

La Martana Piemonte D.O.C. Freisa è un vino prodotto da uve 100% Freisa con un profumo caratteristico di viola mammola, asciutto, leggermente tannico e gradevolmente vivace. Il nome ricorda una importante via del paese di Vinchio.

Bonarda: la rarità

Le prime coltivazioni di questo vitigno risalgono al 1700, da non confondersi con la Bonarda dell’Oltrepò ottenuta da una Croatina, la Bonarda è una rara varietà di uva che trova un’ottima espressione sulle colline astigiane.

Il vino è caratterizzato da un profumo intenso con piacevoli note aromatiche e un gusto fresco e morbido.

Mie Gioie Piemonte D.O.C. Bonarda Frizzante è un vino con un aroma persistente e leggermente tannico di buona struttura dove la spuma invita ad un momento di allegria, da cui il nome “Mie Gioie”.

Vieni a scoprire i vini del territorio

Non si può parlare di vini senza… assaggiare i vini! Ti invitiamo a venirci a trovare in cantina: la visita guidata si snoda attraverso le diverse aree della cooperativa fino al momento clou dell’assaggio dei 6 vini più rappresentativi.

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3 commenti

  1. Buongiorno mi chiamo Franco Smanio, sono un venditore- rappresentante di vini solo italiani.Sono veneto. Sono appassionato di tipologie enoiche storiche rivalutate oggi dalla nostra enologia italiana. I miei primi passi di conoscenza dei vitigni rossi per antonomasia, li feci in Piemonte, nel 2005, visitando cantine di Barbera, barolo, grignolino, fresia, dolcetto nebbiolo, e poi mi spinsi a Karema in Valle d’Aosta, per cercare di capire l’ enologia dei vini rossi per antonomasia, qual’ e’ soprattutto la regione Piemonte..Bei ricordi, che mi trasmisero l’ importanza del significato dei celeberrimi vini del Piemonte e dell’italia, ed e’ per questo che ancora, cerco di specializzarmi nei significativi vini dell’ italia, numerosi oggi, ancora di più ieri. La vostra saggezza e’ riuscita a conservare la tipologia della vostra Barbera del 1954, e chissa’ quale eccezionale qualita’ condegna ai vostri clienti e a tutti gli enoappassionati che hanno capito che il vino non e’ solo una bevanda idroalcolica, ma e’ l’ emblema di una civilta’ di valori di usi e di costumi e di mentalita’, che parte storicamente da tempi molto lontani , e, non si fermera’ mai. Mi piacerebbe visitare la vostra cantina, e quando gli impegni di vendita me lo permetteranno, voglio incontrare la saggezza della vostra enologia, e chissa’ se potra’ far parte del mio team di cantine che più o meno la pensano come voi. Se eventualmente si puo’, sarei interessato a ricevere vostre notizie in riferimento, alle vostre innovazioni enoiche . Vi ho lasciato la mia email, vi sarei grato se potessi avere qualche persona vostra di riferimento.Vi ringrazio per il lavoro di alta qualificazione che state facendo con le vostre uve, capaci di raccontare il passato ed il presente, con il loro messaggio degustativo che va oltre alle note idroalcoliche, disegnando la vostra storia e quella dell’italia dei vini.

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